In nome di un presunto sviluppo economico, il Veneto subisce spesso iniziative che non ne rispettano i caratteri.

È tra queste l’Accordo di Programma tra il Comune di Alleghe, la Regione e la Provincia di Belluno per la realizzazione del cosiddetto “Campus Argentin-Accademia dello Sport”, presso Caprile. Si tratta di un complesso ricettivo alberghiero e sportivo, dotato di strutture per l'esercizio del ciclismo, con annesso velodromo.

L’Accordo prevede poi la promozione di percorsi cicloturistici, di un bike park nel comprensorio sciistico del Civetta e di Malga Ciapela, di una scuola di ciclismo e di una pista da Bmx ai Piani di Pezzè, di percorsi vari di downhill, four cross e cross country, accessibili a chi utilizzerà gli impianti di risalita invernali, nel comprensorio della Valle Agordina, della Val Zoldana e della Val Fiorentina. Il velodromo e le attività ricettive a Caprile, progettati da un importante architetto, si propongono di coniugare l’architettura moderna con lo sviluppo dell’economia locale: un’occasione per attrarre investimenti da fuori Provincia e per sviluppare innovate forme di turismo montano.

Ma si tratta veramente di un’occasione di sviluppo in assoluto o piuttosto di uno sviluppo subordinato a un degrado territoriale? Si deve certamente concordare sulle scelte di beneficio pubblico; ma non sono lievi i dubbi sulla localizzazione dell’intervento. Il sito è un brano territoriale pianeggiante, tra il Cordevole e la scarpata montuosa, già soggetto ad alluvione. Come si comporterà un insediamento così esteso in occasione del prossimo dissesto? Su chi ricadranno i costi di ripristino dell’area? Senza contare che l’edificato che sorgerà sulla scarpata montuosa sarà accessibile attraverso una nuova viabilità, bisognosa di costose manutenzioni che l’Amministrazione Comunale non potrà sostenere.

E ancora non basta: legato alla localizzazione, è il tema dell’impatto ambientale in un’area già fortemente penalizzata dalla caratterizzazione morfologica e le palazzine sulla scarpata o al suo ridosso provocherebbero un assai aspro impatto paesaggistico. Infine, la necessità di attrarre investimenti da fuori per sviluppare l’economia del territorio non s’accompagna a una chiara strategia complessiva degli interventi urbanistici. Se il Comune potrà godere di taluni modesti vantaggi, il territorio non riuscirà a sopportare un intervento di tale portata. È perciò indispensabile far precedere all’Accordo di Programma una verifica delle sue ricadute economiche e sociali; cioè di verifica delle ricadute positive e negative della scelta politico-amministrativa; ma anche e sopra tutto degli impatti ambientali, paesaggistici e idrogeologici.