Questo racconto non è frutto di alcuna fantasia, è lo svolgimento reale dei fatti personalmente vissuto. La trama riguarda il taglio di un bosco composto da 67 larici e 30 abeti in loc. Roncoi nel Comune di San Gregorio nelle Alpi. Si tratta di una piantagione di circa 45 anni fa quando i vertici della Forestale decisero, sciaguratamente, di rimboscare le zone pedemontane con conifere al posto delle essenze quali carpini, faggi. Il terreno, prima della piantagione, era un campo di grano ricavato su ordine del regime fascista in occasione della famosa “battaglia del grano”.
La trattativa condotta non l’ho impostata su esclusivi principi commerciali ma come architetto convinto che il legno, ed il larice in particolare, sia una risorsa da utilizzare nella nostra zona. Ecco cosa è successo.

La pratica alla Forestale: A= architetto F= Funzionario Forestale

A: Buongiorno, avrei la necessità di tagliare un bosco di proprietà di mia moglie, sono circa 100 piante tra larici ed abeti.
F: Ha già presentato la pratica?
A: No, non lo sapevo. In cosa consiste?
F: Una domanda in carta semplice con le indicazioni dei luoghi ed una relazione a firma di tecnico agronomo-forestale. Poi devo istruire la pratica.
A: Grazie, provvederò.

Preparo le carte richieste alle quali aggiungo la relazione a firma del dott. Ivano Caviola.
A: Ecco qua! Quanto aspetto per avere l’autorizzazione?
F: Guardi le farò sapere per programmare il sopralluogo.
A: Serve il sopralluogo?
F: Sì, dobbiamo verificare e valutare sul posto le dimensioni dell’intervento, è meglio andare sempre a vedere non si sa mai...
Il giorno del sopralluogo.
F: Non vedo problemi particolari, le carte sono a posto.
A: Allora posso dare il via al taglio?
F: No deve aspettare l’autorizzazione, poi perché la stessa sia valida deve presentare una fidejussione di 7.000 € e farci avere l’originale della stessa.
A: Una fidejussione? Perché?
F: Vogliamo avere la garanzia che pianterete almeno altre 100-150 piante di carpino, sa noi vogliamo che le generazioni future siano tutelate ed il rimboschimento è obbligatorio.
A: Da quanto posso constatare non è che con la mia generazione ci avete azzeccato molto, comunque grazie da parte dei miei figli.
Risata condivisa

Contatti con i boscaioli e commercianti: A= architetto; B(n)= Boscaiolo; C(n)= Commerciante; S= Segheria; F= Falegname

A: Senta dovrei tagliare circa 100 piante di conifera qual è il sistema migliore per un bel lavoro ed una corretta operazione economica? Tenga presente che vorrei tenermi 5-6 m3 di larice, non so ancora l’uso ma c’è un legame anche affettivo da parte di mia moglie e non nascondo che anche a me piacerebbe tenere qualcosa, in futuro potrebbe servire!
B1: Guardi se vuole io glielo taglio, tolgo la ramaglia ma lascio tutto sul posto. Il costo è di 20 € /m3 misurato in piedi. Non faccio trasporto, posso sentire uno che di solito mi aiuta, che è onesto e prende 20-25 €/m3 per portarlo nel raggio di 15 km.
A: Quanti m3 potete portare per ogni viaggio?
B1: Circa 10.
A: Ciò significa che un viaggio mi costa 200-250 €, non le sembra tantino?
B1: Eh cosa vuole, il trattore va piano, consuma freni in discesa, per le strade c’è traffico, “ocio” qua “ocio” là...
A: “Ocio” fin che vuole, non dubito dell’onestà, ma a me pare esagerato.

B2: Posso venire qui con la cippatrice che ho appena comprato, per tutto il bosco le do, proprio perché è lei, 1000-1200 €.
A: Ma fate cippato anche del larice?
B2: Sì, questo non vale niente, ha la fibra larga e i falegnami preferiscono il tipo “Austria” per fare tetti, parapetti e rivestimenti.
A: Ma sta scherzando? Cippato con il larice?
B2: No, no non scherzo, questo non vale niente.

B3: Noi siamo attrezzati per il taglio ed il trasporto. Con 35 €/m3 lo portiamo dove vuole lei. La ramaglia possiamo mandare qualcuno a prenderla e fare cippato ma quelli non danno niente, puliscono il bosco e... accontentarsi.
A: Ma cosa faccio io con tutte quelle piante, non sono del mestiere, non ho spazi per accatastarle.
B3: Le porti da un commerciante, qualcosa salterà fuori!

Dal commerciante
A: Scusi, avrei la possibilità di farle avere 100 piante di conifera, pensi che 67 sono larici e gli altri abeti, che mi dice, le interessa?
C1: Noi non facciamo distinzione tra larici ed abeti, per noi sono tutti uguali tanto facciamo pallets da imballaggio.
A: Pallets con il larice?
C1: Sì, ormai per gli edifici tutti lo comprano all’estero, arrivano dall’Ucraina, dai paesi del nord, belli senza nodi con la fibra stretta e i nostri non valgono niente, o meglio, facciamo pallets e cippato. Comunque se vuole le posso dare 50 €/m3 , ma me li deve portare qui noi li scarichiamo e basta. Controlli che la corteccia non sia sporca di fango altrimenti non li vogliamo perché la macchina che toglie la corteccia si inceppa con il fango, mi raccomando!
A: Con 50 € a malapena li tagliano e li trasportano qui, non mi pare di scorgere margini di convenienza.
C1: Veda lei, magari provi con una segheria, buongiorno.

In segheria
A: Sto valutando di tagliare un bosco di larici ed abeti ma pensavo anche di tenermi qualche travetto e qualche tavola...
S: Non è una brutta idea, se mi porta le piante vediamo quello che viene fuori, se ha già un’idea della quantità tenga presente che il costo della segheria è di 40 €/m3 . Poi posso tenerle 2-3 giorni non di più, sto pian piano chiudendo l’attività, ormai non salta fuori neanche la giornata, i figli hanno preso altre strade e guardi qua, il posto è bellissimo, lo spazio c’è ma nessuno vuole più fare questo mestiere ed io sono stanco dopo 40 anni lei capisce...Adesso devo mettere mano al tetto del magazzino e delle case... Ma tornando al suo larice, se la fibra è...“manco pedo” lo proponga ad un falegname di quelli grossi, che hanno spazio per la stagionatura naturale... “ se no te ‘l brusa”.

Il falegname è un amico...
A: Ciao, sai abbiamo deciso di tagliare il bosco di Suppiane, cosa dici se il larice te lo porto qui, lo fai stagionare poi ci mettiamo d’accordo, per me lo puoi usare tu, a me basta tenermene 5-6 m3 , non si sa mai può sempre essere utile.
F: Pensa che anch’io ho un bosco così e non so cosa farmene, se vuoi possiamo vedere la fibra quando sarà tagliato ma dubito sia buono. Se hai bisogno ti trovo spazio per stagionarlo ma per il resto...
Dopo il taglio...
A: Guarda che non è male, le piante le hanno accatastate vicino al parcheggio di Roncoi, puoi passare a dare un’occhiata.
F: Se posso vado ma intanto tu tira fuori quello che ti serve, questi giorni sono molto impegnato ti farò sapere.

Il falegname non l’ho più sentito, ho scelto le piante per ricavare i 5 m3 e li ho fatti portare alla segheria che me li ha tagliati. Ora le tavole sono accatastate nel cortile di casa sotto la terrazza. I tronchi rimanenti sono ancora al parcheggio in attesa di essere venduti dalla ditta alla quale abbiamo affidato l’operazione di taglio e pulizia pattuendo un valore di 20 €/m3 in piedi. I conti non li ho fatti e nemmeno voglio farli perché la questione “larice” va oltre il fatto economico invade il campo della cultura e delle risorse locali sempre più arido ed incolto. Il larice ha segnato la storia della nostra provincia e tuttora ne scandisce i valori culturali. Secondo gli operatori del settore non vale più niente. Non penso che quello impiegato negli ultimi 400 anni provenga dai paesi del nord, per tale ragione non riesco a piegarmi alla logica degli addetti e vorrò vedere tra due anni, a stagionatura completata, per quale uso potrà essere impiegato quello che ho messo da parte. Per il momento ogni giorno sento il profumo emanato dalla nobile essenza e mi convinco sempre più che la “battaglia del larice” merita di essere combattuta.
Heinrich Heine: “Chi brucia i libri poi brucerà gli uomini” Bebelplatz - Berlino

Arnelio Giovanni Bortoluzzi