Ve lo ricordate il nonno quando radunava le famiglie per... “far su salami”? Era una festa, per noi bambini era l’appuntamento annuale tanto atteso perché il nonno ci confezionava i salami “personalizzati”. Al momento cruciale ci schierava in ordine decrescente davanti a lui, ci inquadrava, alternava lo sguardo tra noi e l’insaccatrice poi ...zac tagliava il budello in base all’altezza del bambino, impietrito nel momento solenne, mentre gli altri controllavano che non si alzasse sulle punte.

Anche il diametro era più piccolo, per questa ragione quelli dei bambini non venivano chiamati salami ma, a seconda della zona, “luganeghe”, “storte” o altro ancora. Avuto in consegna la propria “luganega” e verificata l’equità del trattamento, correvamo in cantina ad appendere il prelibato insaccato, poi la paziente attesa della stagionatura. Il nonno, pur non conoscendo “le modulor” di Le Corbousier o l’uomo vitruviano di Leonardo, conosceva il significato della proporzione perché è un concetto insito nella natura dell’uomo e lo tramandava anche con questo piccolo e pittoresco rito. Scherzandoci su possiamo azzardare che: l’uomo sta al salame come il bambino sta alla sua “luganega”.

L’edilizia della speculazione, ossessionata dai metri cubi, ha rinnegato questi valori ritenendoli ”...robe inutili da architeti...” nella convinzione che il risultato delle costruzioni fosse ascrivibile al solo guadagno, una mera operazione contabile asseverata dalle impietose sentenze del commercialista. Ma quali spazi vivibili per le persone, qualità costruttiva e proporzioni, l’immobiliarista-per-caso ansimava metri cubi setacciando l’Europa dell’est e barconi provenienti dal nord-Africa alla trafelata ricerca di listini/uomo compatibili con il solenne dogma dell’economia: ricavo – spese = guadagno. I frettolosi rogiti e, se necessario, il fallimento ovvero l’àncora di salvezza offerta dalla giustizia, quindi un’altra società e via alla nuova operazione.

Ecco dunque serviti i nostri paesi, grandi e piccoli, con le loro valli ed i loro paesaggi. Ma un atto di giustizia vera s’impone: restituire ai cittadini, grandi e piccini, le proporzioni degli spazi urbani con oculate progettazioni, necessarie demolizioni ed interventi proporzionati, come il nonno quando con un semplice ”zac” assegnava ad ognuno l’insaccato appropriato.

Arnelio Giovanni Bortoluzzi