E' ufficiale, il costo dell'acqua aumenterà del 30% per sanare, in parte, il buco di BIM GSP. Era inevitabile e logico, non servivano saggezze particolari. Le malefatte delle cattive gestioni le hanno sempre pagate i cittadini, è storia.

Non entro nel merito di una vicenda già molto dibattuta, ma qualche considerazione s'impone e la domanda cardine è questa: Se fosse stata una gestione privata a decidere questo aumento, aggiunto a zero investimenti per la manutenzione degli acquedotti già dispersivi, quali reazioni ci sarebbero state da parte dei sostenitori della gestione pubblica sempre, comunque e dovunque? Facile immaginare, ma attendo con curiosità una presa di posizione su questa vicenda.

Con queste premesse, stupirò il lettore se affermo che per me l'acqua è un bene pubblico e pubblica deve essere la sua gestione, ma appartenere ad un Ente pubblico o avere una carica di nomina politica, non è più un requisito sufficiente per gestire la cosa pubblica e, men che meno, una risorsa preziosa come l'acqua. Di chi la colpa? Nostra, per aver scelto a rappresentarci ed amministrarci persone intellettualmente poco oneste, dei...“vispi teresi” che, al pari di Narciso, si specchiano nell'acqua fino a quando compare il buco e l'immagine evapora, poi solo sovrumani sforzi per declinare responsabilità.

Passata la tempesta il solito ritornello con le pozioni magiche prima delle urne: “venghino signori, venghino”. Non andiamo più da questi imbonitori. Il nodo cruciale della cosa pubblica è tutto qua, dobbiamo scegliere persone sulla base di requisiti etico-morali prima e capacità proprie, dimostrate dai fatti, poi. Solo le persone possono cambiare le persone. Ecco perché prima di sceglierne una dobbiamo chiederci: Ma questo cos'ha fatto nella sua vita?

Arnelio Giovanni Bortoluzzi