Ecco il testo della richiesta di specificità urbanistica della provincia di Belluno consegnata all'Assessore Renzo Marangon in occasione della presentazione del "Piano Casa" il 31.07.2009 a Belluno.

Egr. Assessore Marangon,
La recente legge conosciuta come “Piano Casa” ha evidenziato un aspetto limitativo che, per la provincia di Belluno, si ripropone ad ogni legge urbanistica, ovvero la mancanza di una specificità all’interno della normativa che ne semplifichi l’applicazione in un territorio già troppo vincolato dalle varie leggi emanate nel passato. Appare assodato che la tattica “vincolistica” adottata dai passati provvedimenti legislativi, sta paralizzando gran parte della provincia di Belluno riducendo l’opera della progettazione architettonica a conservazioni di ogni genere mentre non decolla quell’opera di architettura contemporanea che da sempre, come la storia dimostra, ha prodotto identità culturali garanti della sopravvivenza della montagna. Perché in tali aree non è possibile fare architettura ed intervenire con progetti di qualità? Perché non è possibile migliorare le condizioni di molte abitazioni con interventi che prevedono la possibilità di ampliamenti o di demolizioni?
Le cito, ma solo come esempio data l’attualità, la legge “Piano Casa”. Escludere tante aree vincolate ed i centri storici, comprensivi anche di edifici anni '50 e '60 da demolire restituendo spazi e vitalità, significa di fatto ridurre drasticamente la potenzialità applicativa di tale legge, forse, per Belluno, era giusto il contrario, agevolare l’intervento dove il degrado fisico-strutturale e vincoli insensati tengono in ostaggio luoghi bellissimi e, per contro, razionalizzare gli interventi di periferia che in questi anni non hanno certamente reso più bella la nostra Regione e, mi pare dover constatare, nemmeno più ricca e amata considerati anche i venti di secessione che soffiano ad alta quota. Analogo discorso può dirsi per altre provincie Venete aventi un territorio specifico (laguna, pianura, collina) dove sono indispensabili leggi urbanistiche che tengano conto di queste peculiarità. Questo non vuole essere un giudizio negativo sul Piano Casa che, se ben gestito, può contenere molti aspetti positivi e di novità, che vanno colti e sviluppati per l'interesse pratico di molte famiglie.
Ma questo Piano Casa, mentre è in atto una crisi edilizia che non ammette indugi nello stabilire azioni di rilancio possibili, cade in un momento in cui sono in corso:
le redazioni dei Pat o dei Pati e quelli in fase di adozione;
il nuovo piano governativo sugli interventi di edilizia residenziale pubblica;
il piano urbanistico provinciale ora in regime di salvaguardia.
E, come non bastasse, sono in gestazione i Piani Paesaggistici.
Lei comprende che gli intenti del Piano Casa, a dispetto di eccessive manifestazioni di ottimismo, rischiano di essere vanificati, di qui la necessità inderogabile di assegnare, d’ora in poi, una propria valenza urbanistica alla provincia di Belluno. Abbiamo bisogno di meno regole, di maggior coscienza individuale, di cultura “qualitativa-progettuale” e di più libertà, almeno sulle piccole trasformazioni. Regolamenti e vincoli non hanno contribuito a migliorare né il paesaggio né la qualità delle costruzioni.
Le chiedo, a nome dell’Associazione Forum per l’Architettura della Provincia di Belluno, di portare all’attenzione del Governo della Regione Veneto la questione della “specificità urbanistica della Provincia di Belluno” e di adottare quelle decisioni tecnico-amministrative atte ad individuare all’interno delle future normative urbanistiche un apposito disciplinare inerente la questione esposta.
Si tratta della sopravvivenza della montagna.
La ringrazio per l’attenzione.

Cordiali saluti
Forum per l’Architettura
Il presidente pro-tempore
arch. Arnelio Bortoluzzi